Cupola
Autore: Giovanni Battista Contini (1642-1723)
Titolo: Cupola
Data: prima metà del XVIII secolo
Collocazione: Cupola
Stato di conservazione: Buono
Iscrizioni:
NOMEN IESU PRINCIPALITER / SUSTINET ÆDIFICIUM = Il nome di Gesù è il principale / sostegno dell’edificio
IN IESU NOMINE OMNIA ANTIQUA / NOVA FACTA SUNT = Nel nome di Gesù tutto ciò che è antico / si rinnova
DULCIS IESUS TEMPLUM / REÆDIFICAVIT = Il dolce Gesù il tempio / ricostruì
À NOMINE IESU INITIUM, / ET IN IESUM CONSUMMATIO = Nel nome di Gesù l’inizio, / e in Gesù il compimento
Descrizione
Il sisma del 1461 causò il crollo della struttura allora in costruzione, successivamente venne realizzata una cupola in pietra spugnosa e mattoni su progetto di frate Francesco dell’Aquila, poi portata a termine da frate Ambrogio dell’Aquila nel 1489 e dotata di una copertura in piombo nel 1492. Dopo il terremoto del 1703 venne ricostruita su un diligente progetto dell’architetto romano Giovanni Battista Contini (1642-1723) che rivelava le sue non comuni competenze tecniche: rispettò la volumetria preesistente della calotta a spicchi su pianta ottagonale ma con un aggiornamento estetico negli elementi decorativi e nelle finestre, l’altezza venne diminuita e furono aggiunte cerchiature metalliche che hanno permesso alla struttura – seppur con gravissimi danni – di evitare il crollo durante il sisma del 2009. Durante questi interventi di ristrutturazione, l’architetto Filippo Barigioni (1690-1753) – anch’egli romano – si occupò di rinforzare le cappelle laterali, le aperture verso le navate e di regolarizzare gli archi a tutto sesto.
In alto, sul cornicione in due nicchie in posizione contrapposta, si osservano le statue lignee policrome del Dio Padre e del Cristo Trionfante facenti parte del nuovo corredo liturgico realizzato dopo il terremoto del 1703, potrebbero essere riferite alla mano di uno scultore di scuola abruzzese. Nel cielo del tamburo si vede un modesto monogramma dipinto, Il nome di Gesù circondato da angeli adoranti.
Su grandi tabelle poste sopra le cantorie si possono leggere quattro versi tratti dai sermoni di san Bernardino, qui citati per alludere alla ricostruzione settecentesca della basilica. Addossati ai pilastri vi sono quattro grandi confessionali in legno di noce risalenti al XVIII secolo.
Sulle cantorie balaustrate erano esposte verso i fedeli le quattro e pregevoli tele di Giulio Cesare Bedeschini († 1627) ritraenti i patroni dell’Aquila (ora conservate nel Museo Nazionale d’Abruzzo): San Bernardino da Siena, San Pietro Celestino, San Massimo d’Aveia e Sant’Equizio.
Dal centro della cupola, volgendo lo sguardo verso l’ingresso, si gode una scenografica visione del soffitto che si completa nel non meno scenografico organo settecentesco.
Bibliografia di riferimento
Raffaello Niccoli, Barigioni, Filippo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1930
P. Michelangelo Ciano O. F. M., La basilica di S. Bernardino a L’Aquila. Nella storia, nell’arte, nel culto, nei cimeli, nella stampa, Tipografo Editore F. Cellamare, L’Aquila 1945, p. 45
Hellmut Hager, Contini, Giovan Battista, in Dizionario Biografico degli Italiani, volume 28, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1983
Antonella Lopardi e Graziella Mucciante, La basilica di San Bernardino, nella collana «Quaderni didattici» della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. per L’Abruzzo, n. 4, 1987, p. 40
Maurizio D’Antonio e Michele Maccherini, La basilica di San Bernardino all’Aquila e i suoi tesori d’arte, Carsa Edizioni, Pescara 2020, pp. 26-29
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