Organo

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Autore: Ferdinando Mosca (Pescocostanzo 1685-Sulmona 1773), Feliciano Fedeli (Corgneto 1684 – Corgneto 1746)

Titolo: organo

Data: 1726

Collocazione: controfacciata

Stato di conservazione: buono

Materia e tecnica: legno laminato in oro

Descrizione

L’organo, oggi in buone condizioni dopo il restauro completato nel giugno 2021, fu realizzato nel 1726 dalla collaborazione tra Ferdinando Mosca, autore della mostra e Feliciano Fedeli, che realizzò la parte meccanica; è diviso in tre campate che racchiudono trentuno canne di stagno, quelle laterali maggiori disposte a cuspide, quella centrale con le canne minori a cuspide con ali ascendenti.

La struttura è caratterizzata dalla sontuosità dello stile barocco, su mensole aggettanti poggiano colonne tortili dal fusto ricoperto di motivi vegetali e completate da capitelli corinzi, nella fascia superiore una cornice arricchita da modanature sorregge l’imponente monogramma bernardiniano raggiato, tutto è caratterizzato da un continuo movimento concavo e convesso che dona un aspetto flessibile ed elastico alla cornice architettonica.

Ferdinando Mosca ha lasciato diverse testimonianze del suo lavoro all’Aquila nel periodo successivo al terremoto del 1703, come il soffitto ligneo dell’oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri de’ Nardis o il coro ligneo della cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio.

Feliciano Fedeli, con il fratello Venanzio, fu capostipite di una famiglia di organari che lavorò principalmente in Abruzzo e nello stato pontificio, abbiamo una sua testimonianza diretta, una carta manoscritta incollata dentro una cassa di legno dell’organo che recita: « Io Feliciano Fedele Feci questo Organo tutto solo Conne [sic] il / tempo de uno anno [Di me?], di molte invintione, per divot/ione Fu Fenito delli mese di Ottopre [sic] 1726 / Di Camerino Stato Romano », iscrizione accompagnate da un cane che porge la zampa a una mano d’uomo, emblema di fedeltà, simbolo della famiglia Fedeli.

Sulla stessa parete due iscrizioni ricordano il rinnovamento interno della basilica del 1674 e la ricostruzione del 1730 post sisma avvenuto nel 1703.

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