Cappella gotica

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Autore: Francesco di Paolo da Montereale (1466-1541)

Titolo: Cappella gotica

Data: 1511 ca.

Collocazione: Cappella gotica / Cappella Carli

Stato di conservazione: Modesto

Tecnica e materia: Affresco

Iscrizione:
D. O. M. / RESTAURATA ATQUE / NOSTRAE DOMINAE / S. CORDIS DICATA / A. D. / MCMXXVIII = A Dio Ottimo Massimo / [questa cappella] è stata restaurata e / a Nostra Signora / e al Sacro Cuore dedicata / nell’anno del Signore / 1928

Descrizione

La cosiddetta cappella gotica con i resti degli affreschi di Francesco di Paolo da Montereale (1466-1541), restaurati nel 2017 a seguito del sisma del 2009, è importante testimonianza della primitiva chiesa di cui conserva vari elementi: la forma poligonale, la decorazione pittorica, la monofora, la cornice in alto su cui si imposta la volta riprofilata nel restauro settecentesco. La memoria di un restauro del 1928 e della conseguente titolazione al Sacro Cuore è riportata sull’arco all’interno del vano. A seguito del sisma del 1703, in attesa della realizzazione del nuovo altare, furono collocate sulla parete esterna della cappella L’Adorazione dei Magi e La Presentazione al Tempio di Aert Mytens (1556-1601), ornamenti del precedente altare absidale cinquecentesco. In origine era priva della parete d’ingresso che fu aggiunta per motivi strutturali dall’architetto romano Filippo Barigioni (1690-1753) negli anni Trenta del Settecento, tamponando l’ampio arco e nascondendo una parte degli affreschi come si nota all’interno della cappella. Tutto intorno nelle pareti originarie sono scene della vita di san Girolamo sulla sinistra e di san Francesco d’Assisi sulla destra (alcune accompagnate da iscrizioni frammentarie), al centro dovevano esserci storie del Cristo di cui si riconosce oggi solo la Natività. Meglio identificabili sono gli episodi legati a Francesco: La conferma della regola da parte di Innocenzo III, Il santo davanti al sultano, L’impressione delle stimmate e La verifica delle stimmate dopo la morte. Tale decorazione pittorica sarebbe riferibile alla commissione richiesta al pittore da Giacomo di Carlo per la propria cappella nel 1511, ne riporta notizia l’Antinori, seppur menzioni un ben retribuito «quadro» e non un ciclo di affreschi.

Nell’arte di Francesco da Montereale si riscontra la minuziosa tradizione umbra del Pinturicchio (1454-1513) nelle dolcezze e nelle rotondità dei volti, nonché nell’eleganza degli abiti e dei copricapi. Le fisionomie spigolose e il netto linearismo si devono allo studio delle opere aquilane del Maestro di San Giovanni da Capestrano e di Cola dell’Amatrice (1480 circa-ante 1552), ciò è ben visibile nella scena di san Francesco che riceve le stimmate, le figure sono infatti caratterizzate da zigomi sporgenti e fisionomie aguzze. Costante nelle sue rappresentazioni è la ricerca di un calmo equilibrio ottenuto dai rapporti simmetrici tra i personaggi. Di interesse sono anche l’architettura antichizzante, la vegetazione e la morbida stesura pittorica.

Precedentemente dedicata a San Pasquale, le pareti laterali della cappella fino allo scorso secolo ospitavano bassorilievi raffiguranti detto santo.

Bibliografia di riferimento

Notizie delle pitture, sculture e chiese che si vedono nella città dell’Aquila avanzate dopo il terremoto avvenuto nel 1703, Fondo Dragonetti-De Torres, Sezione II, 29, fasc. 9, Archivio di Stato dell’Aquila

Mario Chini, Documenti relativi ai pittori che operarono in Aquila fra il 1450 e il 1550 circa, [Vecchioni Editore, L’Aquila 1929], ed. anastatica Arnaldo Forni Editore, Bologna 1979, pp. 100-101

P. Lorenzo Di Virgilio O. F. M., La basilica di S. Bernardino a L’Aquila. Storia ed arte, Arte della Stampa, L’Aquila 1950, pp. 125-26

Roberto Cannatà, Francesco da Montereale e la pittura a L’Aquila dalla fine del ’400 alla prima metà del ’500. Una proposta per il recupero e la conservazione, in «Storia dell’Arte», diretta da Giulio Carlo Argan, N. 41, 1981, pp. 51-75

Luca Pezzuto, Francesco di Paolo da Montereale, in L’arte aquilana del Rinascimento, a cura di Michele Maccherini, L’Una Editore, L’Aquila 2010, pp. 161-168

Maurizio D’Antonio e Michele Maccherini, La basilica di San Bernardino all’Aquila e i suoi tesori d’arte, Carsa Edizioni, Pescara 2020, pp. 38-40

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