Cappella di San Giovanni Battista
Cappella Fibbioni
Titolo: Cappella di San Giovanni Battista
Data: XVI secolo-XX secolo
Collocazione: Cappella di San Giovanni Battista / Cappella Fibbioni
Stato di conservazione: Modesto
Descrizione
In detta cappella si conserva l’unico altare cinquecentesco della basilica, riferibile alla scuola di Pompeo Cesura (prima metà del XVI secolo-1571) per le somiglianze ravvisabili nell’apparato decorativo e iconografico. L’altare in pietra è ornato da grandi festoni – che si sviluppano dal centro ove sta una testa alata di angioletto – di fiori e frutti, a sostenerlo sono massicce cariatidi dalle vesti articolate in un ricco panneggio che si conclude con eleganti pieghe ondulate.
Al centro è posta la scultura in legno policromo del San Giovanni Battista, forse databile al Seicento e all’ambito di un artista di scuola abruzzese. Il santo titolare emana espressività, tanto nell’irsuto volto su cui cadono i lunghi capelli, quanto nel braccio scarnito che si eleva verso l’alto nell’iconico gesto del Precursore. Nella mano sinistra sorregge la lunga croce astile, è in piedi su di un masso roccioso, in un arido ambiente tra tronchi secchi ed un agnellino. Indossa un vello e un drappo dorato che scende dalle spalle, lo scultore dimostra capacità nel restituire le differenti materie dell’indumento.
La cappella era di patronato Fibbioni, come ricorda l’elegante monumento funebre sulla destra datato 1612 dedicato a Bartolomeo Fibbioni dei baroni di Ocre, viceammiraglio e luogotenente del Grande Ammiraglio del Regno, cariche alle quali si riferiscono le ancore decorative in stucco che si vedono nella zona inferiore dell’epitaffio e del mezzobusto di marmo. Vi sono anche gli stemmi della famiglia in stucco dorato all’esterno del sacello, sormontati da una testa alata di angioletto, mostrano due leoni controrampanti reggenti una fibbia accompagnata nel capo da una stella.
Di buona fattura è anche il San Bernardino processionale – qui in veste di patrono della città – in cartapesta dipinta, manufatto novecentesco.
La cappella, la cornice con i capitelli blu e oro decorati con arpie e teste di angioletti, l’arco di ingresso con i piedritti simili a quelli della cappella di San Giuseppe, appartengono all’assetto rinascimentale della basilica e potrebbero risalire all’inizio del Cinquecento. Pregevole è l’antica e grande cancellata in ferro battuto che chiude il vano.
Bibliografia di riferimento
Angelo Leosini, Monumenti storici artistici della città di Aquila e i suoi contorni: colle notizie de’ pittori, scultori, architetti ed altri artefici che vi fiorirono, Francesco Perchiazzi Editore, L’Aquila 1848, pp. 199-200
Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, IV, Provincia di Aquila, a cura di Mariarosa Gabbrielli, La Libreria dello Stato, Roma 1934, p. 18
P. Michelangelo Ciano O. F. M., La basilica di S. Bernardino a L’Aquila. Nella storia, nell’arte, nel culto, nei cimeli, nella stampa, Tipografo Editore F. Cellamare, L’Aquila 1945, p. 33
P. Lorenzo Di Virgilio O. F. M., La basilica di S. Bernardino a L’Aquila. Storia ed arte, Arte della Stampa, L’Aquila 1950, pp. 122-123
Giacinto Marinangeli O. F. M., Basilica di San Bernardino all’Aquila. Guida storico-artistica, Convento di San Bernardino, L’Aquila 1980, pp. 44-45
Antonella Lopardi e Graziella Mucciante, La basilica di San Bernardino, nella collana «Quaderni didattici» della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. per L’Abruzzo, n. 4, 1987, p. 33
Maurizio D’Antonio e Michele Maccherini, La basilica di San Bernardino all’Aquila e i suoi tesori d’arte, Carsa Edizioni, Pescara 2020, p. 60
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