A sinistra della Cupola
Autore Girolamo Cenatempo (documentato dal 1705 al 1742)
Titolo San Giovanni da Capestrano nella battaglia di Belgrado
Data 1733 ca.
Collocazione Cappella di San Giovanni da Capestrano
Materia e tecnica Olio su tela
La tela raffigura san Giovanni da Capestrano alla crociata di Belgrado, dell’estate del 1456. Il Santo si presenta alla battaglia privo di armi, protetto solo dalla fede, come vuole la leggenda agiografica. È raffigurato con i tipici attributi riferiti all’impresa – il saio con la croce rossa e la bandiera pure crociata – e con le mitre, simbolo dei vescovadi da lui rifiutati, ai suoi piedi.
La tela, pur non essendo firmata e datata, deve essere considerata parte di una comune committenza francescana con quella che la fronteggia, e quindi essere stata eseguita sempre da Girolamo Cenatempo intorno al 1733. Anche la mostra è analoga a quella della cappella frontale, ovvero un maestoso altare in stucco con figure e rilievi, in questo caso però gli stemmi alludenti alla famiglia tenutaria sono sostituiti da simboli francescani.
Titolo Cappella del SS. Sacramento
Data XVIII secolo-prima metà del XX secolo
La cappella presenta ricchi adornamenti settecenteschi in stucco bianco e dorato, sontuoso è anche l’altare di marmo colorato. La pala d’altare è copia novecentesca eseguita dal pittore romano Cleto Luzzi sul celebre dipinto di Pompeo Batoni realizzato nel 1760 per la chiesa del Gesù a Roma: nella tela uno splendido Cristo emerge dal fondo neutro per mostrare all’osservatore il proprio cuore irraggiato dalle fiamme e circondato da spine.
I Benedetti, tenutari del sacello, sono ricordati dal monumento funebre, dall’epigrafe pavimentale e dagli stemmi.
Autore Giovanni Battista Contini (1642-1723)
Titolo Cupola
Data prima metà del XVIII secolo
Dopo il terremoto del 1703 la cupola quattrocentesca venne ricostruita dall’architetto romano Giovanni Battista Contini: rispettò la volumetria preesistente della calotta a spicchi su pianta ottagonale ma con un aggiornamento estetico negli elementi decorativi e nelle finestre, l’altezza venne diminuita e furono aggiunte cerchiature metalliche che hanno permesso alla struttura di evitare il crollo durante il sisma del 2009.
In alto sul cornicione si osservano le settecentesche statue lignee policrome del Dio Padre e del Cristo, forse opere di uno scultore di scuola abruzzese; nel cielo del tamburo si vede Il nome di Gesù circondato da angeli adoranti.
Le tabelle poste sopra le cantorie riportano versi tratti dai sermoni di san Bernardino qui citati per alludere alla ricostruzione settecentesca della basilica. I grandi confessionali in legno di noce risalgono al XVIII secolo.