A destra della Cupola

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Autore Francesco di Paolo da Montereale (1466-1541)
Titolo Cappella gotica
Data 1511 ca.
Tecnica e materia affresco

La cappella è importante testimonianza della primitiva chiesa di cui conserva vari elementi: la forma poligonale, la decorazione pittorica, la monofora, la cornice in alto su cui si imposta la volta riprofilata nel restauro settecentesco.

Nelle pareti Francesco di Paolo da Montereale – all’incirca nel 1511 – ha dipinto scene della vita di san Girolamo sulla sinistra e di san Francesco d’Assisi sulla destra, al centro dovevano esserci storie del Cristo di cui si riconosce solo la Natività. Nella sua pittura si riscontra la minuziosa tradizione umbra del Pinturicchio nelle dolcezze e nelle rotondità dei volti, nonché nell’eleganza degli abiti e dei copricapi, mentre le fisionomie spigolose e il netto linearismo si devono allo studio delle opere aquilane del Maestro di San Giovanni da Capestrano e di Cola dell’Amatrice.

Autore Girolamo Cenatempo (documentato dal 1705 al 1742)
Titolo San Giacomo della Marca osserva la pianta della basilica di San Bernardino
Data 1733
Materia e tecnica olio su tela

La tela, contenuta entro una grande mostra in stucco di fattura settecentesca ornata di statue e rilievi, raffigura un angelo intento a mostrare la pianta della basilica a san Giacomo della Marca, ideatore della stessa. Datata 1733 e firmata da Girolamo Cenatempo, pittore napoletano attivo per più commissioni in basilica, va considerata in rapporto con quella collocata frontalmente e relativa a San Giovanni da Capestrano. La mostra presenta stemmi che sembrerebbero riferibili alla famiglia Celii.

Nel secondo Cinquecento, sotto il patronato della famiglia Bucciarelli, la cappella dovette contenere un dipinto di Pompeo Cesura, dal soggetto non noto.

Autore Giovanni Battista Contini (1642-1723)
Titolo Cupola
Data prima metà del XVIII secolo

Dopo il terremoto del 1703 la cupola quattrocentesca venne ricostruita dall’architetto romano Giovanni Battista Contini: rispettò la volumetria preesistente della calotta a spicchi su pianta ottagonale ma con un aggiornamento estetico negli elementi decorativi e nelle finestre, l’altezza venne diminuita e furono aggiunte cerchiature metalliche che hanno permesso alla struttura di evitare il crollo durante il sisma del 2009.

In alto sul cornicione si osservano le settecentesche statue lignee policrome del Dio Padre e del Cristo, forse opere di uno scultore di scuola abruzzese; nel cielo del tamburo si vede Il nome di Gesù circondato da angeli adoranti.

Le tabelle poste sopra le cantorie riportano versi tratti dai sermoni di san Bernardino qui citati per alludere alla ricostruzione settecentesca della basilica. I grandi confessionali in legno di noce risalgono al XVIII secolo.